I Critici
+ Charles Baudelaire (1821-1867) [Decadentismo-Simbolismo]
à
Il senso di disagio provocato dalla violenta trasformazione socio-economica
dell'800 si è manifestato in due diverse poetiche nell'opera di Baudelaire. La
prima, quella del simbolismo, è generata da un forte desiderio di ritrovare quel
forte legame tra le società pre-industriali e la natura. Sono poste in risalto
le analogie tra uomo e natura e sono accostati i diversi messaggi sensoriali
provenienti dal mondo naturale, espressi attraverso la figura retorica della
sinestesia. La seconda, l'allegorismo, deriva dal tentativo di sottolineare il
profondo distacco della vita rispetto alla nuova realtà industriale, proponendo
al lettore spunti di riflessione che richiedono un'attività razionale per essere
compresi. Cfr: La Chimera - [I fiori del Male, Spleen, A una signora creola
etc] -
Sostenne l’idea di una bellezza grottesca. “Considero il poeta il migliore
di tutti i critici”. “La critica deve essere condotta da un punto di vista
esclusivo ma tale da aprire il più ampio degli orizzonti”.
Gyorgy Lukàcs
(1885-1971) [Area Marxista]
à
Studia filos e lett in germania e possibilità leggere filosofi. Si avvicinò al
marxismo. Conservatore: accetta le gerarchie di valore ereditate dalla
tradizione, ferma la visione romantica del genio inconsapevole e del grande
artista che raggiunge con un balzo intuitivo la vera realtà delle cose, l’opera
letteraria rimane con una funzione evocativa che fa sorgere un mondo agli occhi
del lettore che rivive passivamente la vicenda. Cerchio magico del “come se”
(realmente fosse accaduta) è essenziale.
- 1914 “La teoria del romanzo” il romanzo è interpretato come epopea di
un mondo abbandonato dagli dei che preannuncia l’utopia di un mondo nuovo.
Nel periodo che va fino agli anni 50 prevalsero le sue teorie che trovarono
sintesi nelle raccolte tradotte. Divennero essenziali la necessità di stabilire
le basi materiali della creazione artistica e il problema di trovare una
funzione politica dell’opera d’arte.
- 1937 “Il romanzo storico” si afferma teoria del Rispecchiamento.
Per lui il testo deve rispecchiare le forze sociali in campo in una determinata
epoca. Si tratta di una estetica sistematica. L’arte deve rispecchiare la realtà
(mimesi aristotelica e concezione arte come imitazione durata fino al
romanticismo) ma riadatta l’idea alla luce della tesi marxista. Il modo corretto
del rispecchiamento è quello in cui il singolo elemento del reale viene
rappresentato in maniera da indicare la totalità dei rapporti in cui si trova
inserito.
Nocciolo umanistico: il compito dell’arte è invariabile perché l’obiettivo è la
sostanza umana dell’uomo
Prospettiva: la totalità che l’arte deve rappresentare deve anche porre in
evidenza la direzione del futuro.
- 1948 “Saggi sul realismo” lo scrittore che raggiunge il corretto
rispecchiamento può dirsi realista. Realismo ha duplice valore: dover essere
della letteratura da fare; criterio metodologico per giudicare gli scrittori del
passato. Particolare: categoria intermedia tra singolarità ed universalità sulla
quale si appoggia il rispecchiamento artistico. E’ termine di mediazione tra
punti di partenza e arrivo di un processo conoscitivo.
Tipico: accadere individuale orientato nel giusto rispecchiamento rispetto alla
totalità storico sociale. Questa tipicità esige pg che si facciano latori di
tendenze storiche, pg con visione del mondo.
Il suo metodo può produrre risultati soprattutto col romanzo storico (là dove
l’opera presenta esplicitamente il quadro storico c’è immediata possibilità di
giudizio per verificarne la realtà).
Narrare (ogni aspetto è focalizzato sul nucleo della vicenda con partecipazione
dell’autore che si trasfonde in partecipazione del lettore) diverso dal
Descrivere (prevale il distacco dell’osservatore per cui le parti vengono
accostate ma non comprese nei loro rapporti).
+Leo Spitzer (1887-1960) [Stilistica]
à
Mette a punto il metodo della stilistica. Il presupposto è che esista sempre un
rapporto reciproco tra lo stato interiore e fatti di linguaggio. Ad ogni
emozione corrisponde un allontanamento dall’uso linguistico normale. Si tratta
di cogliere l’emersione espressiva che Spitzer denomina spia stilistica e
di ricondurla alla radice psicologica di origine. Spitzer ha teorizzato un
movimento pendolare dal particolare al generale, dalla circonferenza al centro
del cerchio e viceversa denominandolo circolo filologico. L’unico modo
oggettivo by Gianfranco Contini (1912-1990): le uniche scelte reali
operate dall’autore sono quelle documentate sotto forma di correzioni. Con la
critica delle varianti è possibile stabilire la posizione dell’autore verso
le scelte di linguaggio, il suo pensiero etc. [Critica Genetica]
Walter Benjamin (1892-1940) [Area Marxista]à
Ebreo di Berlino. Si sposa e laurea in Filosofia. Amicizia con Sholem e Brecht.
Parigi poi guerra. Lui internato lavori forzati come cittadino tedesco. Parigi
occupata dai tedeschi e lui fugge in Spagna. Per non farsi catturare dai
tedeschi si suicida ingerendo della morfina.
- 1916 “Sulla lingua in generale e
sulla lingua dell’uomo” il suo primo saggio teoretico importante, nel quale
si esprime una concezione del linguaggio anti-positivistica
che lo porterà verso una filosofia che
ricerca non solo il dato immediato delle cose, ma anche il loro risvolto
simbolico e allegorico, dando alle parole un valore di trascendenza che
avvicinerà il suo pensiero alla dimensione platonica, oltre che a quella
ebraica, in cui, secondo un critico come Gershom Scholem, Benjamin «è stato a
lungo un puro mistico del linguaggio»
Per Benjamin la verità si mostra all’intelletto quando la parola riesce a
purificarsi a tal punto da incarnare simbolicamente l’idea. Tale purificazione
accade nella poesia e nell’arte in generale. Per questo Benjamin affianca per
tutto il corso della sua vita all’attività filosofica l’attività di recensore
letterario.
- 1919 “Il concetto di critica nel primo romanticismo tedesco” sarà la
discussione tesi laurea in filos. La sua
attenzione si concentra su Schlegel e Novalis, che incarnano lo stretto rapporto
tra filos e linguaggio poetico. Questo
lavoro legge in modo originale la critica letteraria dei fratelli Schlegel,
concentrandosi sul concetto di rispecchiamento (opera letteraria che sia
commento-riflessione su lett stessa anticipando la lett postmoderna)
Il suo interesse per il valore
gnoseologico della letteratura porterà delle opere come Il compito del
traduttore (1921), le Affinità elettive (1924) e gli articoli
raccolti in Angelus Novus (1955).
- 1926 “Strada a senso unico” cerca di operare una sintesi dell’ebraismo
messianico con la dialettica marxista. Ma Benjamin non accetta il marxismo
dogmaticamente, così come non cade mai in un misticismo gratuito. Analizza
criticamente il materialismo dialettico e tenta di correggerlo con l’ausilio
della sua concezione estetico-linguistica. Spunti per interpretazione eterodossa
del marxismo by molteplicità interessi.
- 1928 “Dramma barocco tedesco”
intraprende una perlustrazione di uno dei periodi più oscuri dell'arte tedesca
ed europea. La consapevolezza barocca del disordine e dell'opacità della storia
trova nella forma allegorica una modalità espressiva adeguata a un mondo in cui
le cose sono separate dai significati.
- 1929 “Ombre Corte” Nella sua attività di recensore sviluppa una filos
della critica. E’ da Proust che trae la nozione di «memoria involontaria», idea
che avrà peso nella sua riflessione sulla filosofia della storia.
- 1929 “Il surrealismo” In questo passo va rilevata l’importanza
assegnata al linguaggio, simbolizzato dall’alfabetiere; linguaggio che in lui
avrà sempre più il compito di unire la sfera dei singoli individui con la sfera
collettiva. Anche nel suo interesse nei confronti del Surrealismo si può
intravedere la ricerca di un linguaggio che liberi l’uomo e che scopra le
connessioni nascoste della realtà e delle idee
- 1932 “Infanzia berlinese” vede nel bambino capacità di accogliere la
verità sepolta nella storia.
Il bimbo ha compito di smascherare, col suo
rapporto magico-simbolico col linguaggio, i falsi miti delle classi dominanti.
- 1934
“L’autore come produttore” conferenza a Parigi e da cui si può
estrapolare il suo pensiero. L’autore è un produttore e non può essere collocato
all’esterno del mondo produttivo né con il compito di rispecchiare il mondo (Lukàcs),
né con quello di rifiutarlo (Adorno). Si deve continuare l’interpretazione del
passato per quanto tragica catena di distruzioni nella prospettiva di un suo
riscatto. Le trasformazioni della tecnica ci pongono davanti al bivio:
sfruttarle in senso costruttivo o distruttivo (di fatto è una scelta politica)
Forme classiche basate su unicità opera ma foto o cinema opera può riprodursi a
infinito in copie equivalenti.
L’Allegoria viene riscattata. E’ il principio della costruzione
complessiva dell’opera che nel dire altro agisce. E’ espressione della necessità
di interpretazione del particolare per risalire ad un possibile universale.
Allegoria = enigma vs Simbolo = mistero. L’allegoria è la forma espressiva della
modernità. In essa l’uomo si concepisce mortale. In lei è insita una potenziale
critica. Il critico deve strappare le opere dal loro tempo di origine per
sprigionare da esse ciò che interessa il presente. E’ una filosofia della storia
vicina al pensiero di Bloch (l’attimo vissuto sfugge alla conoscenza e perciò
qualcosa di non ancora conscio permane sotterranemanete come una spinta al
rinnovamento del presente). Il critico deve leggere tra le righe. “Gli oggetti
essenziali non appaiono mai, o quasi, in forma di descrizioni” dice suo commento
a Baud. (ha per primo stabilizzato l’uomo estraniato a se stesso). L’opera
d’arte serve a risvegliare le forze assopite e a renderle disponibili per
l’azione collettiva. - 1940 “Tesi sul concetto di storia” Ultimo lavoro.
L’infanzia, il Surrealismo, la critica
d’arte, sono passaggi in cui individua la possibilità di localizzare i punti
critici della Storia -1962 “Angelus
Novus” raccolta lavori incompiuti.
« C’è
un quadro di Klee che si chiama Angelus Novus. Vi è rappresentato un angelo che
sembra in procinto di allontanarsi da qualcosa su cui ha fisso lo sguardo. I
suoi occhi sono spalancati, la bocca è aperta, e le ali sono dispiegate.
L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato.
Là dove davanti a noi appare una catena di avvenimenti, egli vede un’unica
catastrofe, che ammassa incessantemente macerie su macerie e le scaraventa ai
suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e riconnettere i
frantumi. Ma dal paradiso soffia una bufera, che si è impigliata nelle sue ali,
ed è così forte che l’angelo non può più chiuderle. Questa bufera lo spinge
inarrestabilmente nel futuro, a cui egli volge le spalle, mentre cresce verso il
cielo il cumulo delle macerie davanti a lui. Ciò che noi chiamiamo il progresso,
è questa bufera »
Hans Robert Jauss (1921-1997)
à
filologo romanzo e medievalista. Importanza della ricezione dell’efficacia
dell’opera. L’arte mantiene una funzione comunicativa riscontrabile
empiricamente nell’atto della lettura. Il gioco tra identificazione e distacco
deve portare al riconoscimento dell’altro e del sé.
- 1967 “Perché la storia della letteratura?” conferenza poi trasformata
in saggio. Il problema centrare era quello di valutare non solo il testo,
secondo metodi formalisti ed ideologici, ma anche la sua ricezione da parte dei
lettori. Bisognava individuare l’efficacia dell’opera ovvero quanto aveva inciso
sull’orizzonte d’attesa che aveva incontrato all’uscita e successivamente. Il
critico deve oggettivare il rapporto testo-tradizione-aspettativa sulla base
della poetica dei generi, dei legami tra opere di uno stesso ambiente storico
letterario e dell’elaborazione linguistica dell’opera in esame.
Anni 70 “Teoria della Ricezione” by Scuola di Costanza di cui lui è il
leader. Iser preferisce parlare di risposta (testo fornisce stimoli cui
il lettore è chiamato a rispondere) sostiene che il significato di un testo non
è dato a priori. Si deve instaurare una cooperazione di modo tale che il
lettore, completando le parti lasciate indeterminate dall’autore, possa
conferire un significato all’opera. Perché ci sia coinvolgimento è necessario
che le nostre aspettative non vengono del tutto appagate. La fenomenologia della
lettura di Iser funziona principalmente con i testi narrativi. Iser parla di un
Lettore implicito (deve riempire i vuoti testuali sulla base della sua
competenza e delle sue illusioni) vs Lettore modello di Uberto Eco
(lettore previsto dal testo per la realizzazione dei suoi effetti. Paragona la
strategia testuale a quella di un giocatore di scacchi che debba decidere le sue
mosse in base a quelle che potrebbero essere le contromosse avversarie)
- 1972 “Apologia dell’esperienza estetica” evidente propensione verso
l’estetica in cui, contro le teorie di Adorno, viene difeso il piacere estetico
come base del rapporto tra fruitore ed opera d’arte.
[Adorno ha condotto una rigorosa critica
della società borghese su basi forse più neo-hegeliane che marxiste, tenendo
ampiamente conto degli apporti forniti dalla psiocoanalisi freudiana. A suo
avviso, con il passaggio al capitalismo monopolistico, relazioni interumane si
riducono a pura apparenza; la vita individuale diviene pura funzione delle forze
oggettive che governano la società di massa; la sfera individuale si riduce
all'ambito fittizio del consumo. La condizione umana in questo sistema sociale
diviene quella dell'alienazione individuale e della disumanizzazione dei
rapporti sociali. La cultura si riduce a industria culturale, una
categoria 'inventata' da Adorno ne La dialettica dell'Illuminismo- la
scienza è asservita al profitto, diventa cioè strumento di dominio sulle cose e
sugli uomini.]
- 1977 “Esperienza estetica ed ermeneutica letteraria” articola la
lettura del testo in tre fasi: Comprensione (percezione diretta dell’opera),
Interpretazione (coinvolge la rilettura globale ovvero la riflessione sul senso
complessivo) e l’applicazione (mira ad evidenziare la ricezione cioè l’incidenza
dell’opera sul mondo dei lettori nelle varie epoche).
Erich Auerbach (1892-1957) [Stilistica]
à
Inserito negli studiosi di stilistica e infatti le sue analisi (Mimesis)
giustificano la collocazione. Cmq la stilistica nel 900 è divisa in varie
branchie ma il problema comune è quello di delimitare il nuovo concetto di
stile. Tedesco nativo di Berlino. Successore di Spitzer* e come lui in esilio
negli Stati Uniti dopo avvento nazismo. Il suo metodo è quello della
Campionatura. Lui preferisce lavorare su un campione esteso (no particolare come
Spitzer), su un brano esemplare che in miniatura contiene tutte le
caratteristiche dello stile. Ogni testo prende posizione rispetto a livelli
stilistici in gerarchia (sublime vs basso). Il testo è comprensibile e
giudicabile solo attraverso i parametri del suo proprio tempo (la situazione
sociale spiega lo stile).
- 1929/54 “Studi su Dante” lui individua l’organizzazione non solo
allegorica ma figurale (la storia terrena è figura o prefigurazione di quella
eterna)
- 1946 “Mimesis. Il realismo della letteratura occidentale” lui riesce a
combinare l’analisi stilistica con la ricostruzione storica di fasi letterarie
cui è lecito riferire le opere senza appiattirle.
- 1949 “Introduzione alla filologia romanza” quadro d’insieme delle
epoche letterarie fino a Proust.
Infine vari studi stilistico sociologici nonché quelli su vari grandi autori
moderni.
+Maurice Blanchot (1907) [Post-strutturalismo]à
Visione della letteratura come spazio della morte. Considera la letteratura un
fatto assurdo e paradossale. Lo spazio letterario, per essere tale, deve portare
chi gli si avvicina all’esperienza limite della perdita di se stesso. Per
scrivere bisogna essere soli e smettere di parlare. Si sviluppa all’estremo il
rapporto della parola letteraria con la solitudine e col silenzio. La
letteratura poggia su di una paradossale ambiguità. La critica è un tramite
inutile e dannoso ed il giudizio sarebbe colpevole di riempire il vuoto. Per
realizzarsi, la critica deve sparire e farsi quanto più possibile simile alla
lettura. 1955 Lo spazio letterario.
Michail Bachtin (1895-1975)
à
Russo, studi classici e filologici. Dopo rivoluz sovietica in bielorussia.
Studio filosofi e scienze. 1929 esilio in Siberia commutato confino Urali.
Insegna e si occupa di folklore. Anni 60 interesse per Dost e Rab. Distante dal
formalismo ma anche dal marxismo sovietico: emarginazione. Punto di partenza è
il linguaggio come dialogo. Ogni parola è dialogica (diretta verso
interlocutore e configurata x quella destinazione). L’analisi del testo su
elementi linguistici è una analisi parziale. Si parla di senso (ma il
formalis ritaglia procedimenti verbali staccati dal senso complessivo e non
riflette il loro coordinamento interno all’opera). Il linguaggio deve essere
collegato con la società e con la storia. Non vede l’ideologia rispecchiata nel
testo ma è all’interno dei linguaggi e delle loro relazioni. - 1934 “La
parola nel romanzo” + 1975 “Estetica e romanzo”: nessun testo è
autonomo perché è come l’anello di una catena e va collocato nell’avvicendarsi
della tradiz. Importanti sono i generi (forme tipiche) non solo letterari
ma di discorso (i generi nn sono codici fissi ma principi organizzativi elastici
e plasmabili by esigenze di ogni nuova enunciazione). Il testo letterario può
chiudersi nel monolinguismo di un unico stile o aprirsi al plurilinguismo
che è appannaggio del romanzo. Il romanzo è composto di parole attribuibili a
varie voci e contiene vari generi di discorso orale
“Lo stile del romanzo è l’unione degli stili; la
lingua del romanzo è il sistema delle lingue”.
Dostoevskij è visto come il culmine del romanzo polifonico. Atteggiamento
verso la vita chiamato da B. “sentimento Carnevalesco del mondo” che si
sviluppa parallelamente e vs la cultura ufficiale. Caratteri: ribaltamento
comico rapporti gerarchico-sociali, superamento dei contrari etc Sono tratti che
penetrano dal basso by generi minori del comico, grottesco, satira. Epicentro
del riso generale nel rinasc fr con Rabelais.
Northrop Frye (1912-1991) [Psicoanalitica]à
Si parla di approccio mitico. Suddivide i miti in quadri-ripartizione by ciclo
stagionale [Primavera: commedia e vittoria dei giovani sui vecchi + estate è
romanzo di avventura con contrastata ricerca della meta by eroe + autunno è
tragedia con scontro tra individuo e leggi sociali e sacrificio dell’eroe +
inverno corrispettivo forme negative della satira e ironia dove il riso
demolisce il personaggio e c’è la scomparsa dell’eroico] Lui ricerca la causa
formale ovvero quelle forme elementari che le opere, di epoca in epoca, usano e
riadattano. Il modello è la poetica di Aristotele xò rivista.
- 1957 “Anatomia della critica” denomina le forme elementari con il termine
Archetipi (by Jung): sono immagini tipiche e ricorrenti che si possono
riscontrare empiricamente nei testi. [Moby Dick di Melville balena può essere la
nostra esperienza immaginativa dal vecchio testamento]. La presenza degli
archetipi va estesa allo schema delle azioni. L’attenzione della letteratura si
muove in due direzioni: centrifuga (verso le cose esterne – emergono i
significati descrittivi) e centripeta (cerchiamo di sviluppare dalle parole il
senso – le parole assumono significato per i rapporti che intrattengono nel
contesto). L’interpretazione deve passare dal significato letterale
all’archetipo per poi interrogarsi sul centro ordinatore che è l’obiettivo della
letteratura (si propone di riassumere in sé le diverse facce del mito)
Roman Jakobson (1896-1982) [Strutturalismo]
à
linguista statunitense origine russa. Carriera accademica, analisi funzionale
delle lingue e circoli avanguardie. 1939 lascia Praga x invasione nazista. 1941
New York. Uno principali iniziatori scuola formalis e struttural. Dicotomia
metafora-metonimia è prototipo degli assi del linguaggio. Ambiguità è un
carattere intrinseco inalienabile di ogni mex concentrato su se stesso.
- 1958 “Linguistica e poetica” + 1963 “Saggi di linguistica generale”:
cos’è che fa di un mex verbale un’opera d’arte? Bisogna rilevare una specifica
funzione artistica tra le diverse funzioni del linguaggio. Qualsiasi situazione
prevede mittente e destinatario, a questi lui aggiunge un contesto, un codice
che devono avere in comune per intendersi ed un contatto (un canale attraverso
il quale la comunicazione avviene). Si ottengono 6 fattori: Mittente, Contesto,
Messaggio, Contatto, Codice, Destinatario. A seconda che l’accento dell’atto di
comunicaz sia posto su uno o altro di qst fattori si otterranno funzioni
diverse.
- “Teoria della comunicazione linguistica” = si basa sulle 6 funzioni
comunicative che si associano alla dimensione dei processi comunicativi. 1} Emotiva
[incentrata sull’emittente. Viene posta
in essere quando l'emittente dell'atto linguistico ha come fine l'espressione
dei suoi stati d'animo] 2} Fatica
[incentrata sul canale di comunicazione.
Qnd un partecipante dell'atto di comunicazione desidera controllare se il canale
è aperto - Es"Mi segui?,mi ascolti?"-] 3}
Conativa [focalizzata sul
ricevente. Qnd tramite un atto di comunicazione l'emittente cerca di influenzare
il ricevente – Es: "Vai da lei!"-] 4}
Poetica [incentrata sul messaggio. Qnd
il messaggio che l'emittente invia all'ascoltatore ha complessità tale da
obbligare il ricevente a ridecodificare il mess stesso - Es: “nel mezzo etc”-]
5} Metalinguista [riferita al
codice stesso. Qnd il codice "parla" del codice – Es: la grammatica -]
6} Referenziale [incentrata sul
contesto. Qnd viene data un'informazione sul contesto - Es: "L'aereo parte alle
cinque"-] Distribuite le funzioni
rispetto a ciascun fattore mex rimasto scoperto, gli aveva collegato la
funzione poetica (appare là dove accento è posto sul mex x se stesso) Qnd
parliamo compiamo selezione tra parole e mettiamo insieme in ordine
combinatorio. L’orientamento del mex su se stesso nella f p provoca proiezione
del principio di equivalenza dall’asse selezione a quello combinazione.
Jurij M. Lotman (1922-1993) [Strutturalismo – Semiotica]à
formato nella città estone di Tartu dove insegnò fino al 1963 creando una sua
scuola. Riprese la versione strutt sul versante linguist e testuale.
- 1970 “La struttura del testo poetico” problemi di costituz del testo
artistico e riesaminata strut opera lett
- 1973 “Tipologia della cultura” saggi sulla tipologia dei testi - 1980
“Testo e contesto” approfondisce le ricerche ed inserisce maggiormente i
singoli testi nei sistemi culturali storicamente elaborati
- 1985 “La semiosfera” accoglie indicazioni dalla biologia e dalla
scienza per esaminare le modalità della creazione e della trasmissione della
cultura. Rovesciamento di prospettiva rispetto a entrambe le due principali
tradizioni semiotiche occidentali, quella della linea Peirce-Morris e quella
della linea Saussure. Malgrado le loro differenze, esse sarebbero accomunate da
un approccio di analisi simile che privilegia la ricerca dell’elemento atomico,
come risulta dalla centralità attribuita al concetto di segno. Secondo Lotman
nessuna parte presa separatamente è in grado di funzionare realmente: “Lo fa
solo se è immersa in un continuum semiotico” che rende possibile la vita
sociale, di relazione e comunicazione, chiamato semiosfera, in analogia
con la biosfera (l’ambito necessario all’essere vivente per la sua sopravvivenza
biologica)
- 1993 “La cultura e l’esplosione” viene esaminata la dinamica dei
processi culturali. L’opera letteraria non è considerabile come un sistema
isolato poiché vive in dialogo con altre forme culturali e non può essere
separata dalla storia che ne costituisce un lato fondamentale. Un testo è
l’espressione di una cultura e di una realtà storico-sociale. Testo e storia
entrano in contatto grazie alle frequenti esplosioni (rotture del sistema
di trasmissione culturale) che cambiano le regole consentendo l’immissione
dell’extraculturale nelle opere.
- Modello Culturale consiste in uno schema spaziale. Lo spazio viene
suddiviso ad opera di una frontiera che distingue i valori dai disvalori,
i morti dai vivi etc. I pg possono essere vincolati (legati ad una zona che non
oltrepasseranno) e mobili (dotati di spostamento, assurgono al rango di
protagonisti) Ai due versanti della linguistica paradigma (atteggiamento
rispetto al legame col significato) e sintagma (atteggiamento rispetto
alla combinazione dei segni tra loro) ogni cultura attribuisce un valore
diverso. Nel corso della storia il dinamismo è visto come proprietà
ineliminabile della cultura. Il passaggio tra i diversi stati è l’esplosione:
una trasformazione rapida, incontrollata che trova il suo modello nella
concezione dell’arte come creazione. L’arte è una esplosione di senso che accade
senza preavviso in un dato momento temporale. Nella dialettica natura/cultura, L
si inserisce attribuendo all'uomo, tra tutti esseri viventi, possibilità di far
parte di entrambi i sistemi. Però nel mondo semiotico non esistono soltanto lo
spazio della cultura e della natura, ma anche lo spazio della non cultura,
«quella sfera che funzionalmente appartiene alla Cultura, ma non ne adempie le
regole». Quando L parla di Cultura, si riferisce all'insieme delle culture che
costituiscono il mondo umano, e all'interno di ciascuna cultura ravvisa un
insieme di lingue: ogni esponente di una cultura è un “poliglotta”.
Roland Barthes (1915-1980) [Strutturalismo]
à
Barthes è stato tra coloro che hanno percepito di più, nel tempo, la presenza e
il significato della retorica e della retorica antica anche all'interno della
modernità. Si rendeva conto dell'importanza di quelle che in Aristotele è la
doxa, cioè le opinioni comuni, le verità che non sono verità scientifiche ma
verità della conoscenza comune civile; ed era su questo sistema, su queste
probabilità, che si costruiva la saggezza retorica. Rifiutava la storia
letteraria proprio perché ridotta a un seguito cronachistico
di autori. La critica consiste nel decifrare la
significazione.
- 1953 “Il grado zero della scrittura” intende affermare l'esistenza di
una realtà della forma indipendente dalla lingua e dallo stile, cercare di
mostrare come questa terza dimensione formale leghi lo scrittore alla sua
società e di far risaltare che non vi è letteratura senza morale del linguaggio.
Al fine di individuare questi aspetti, egli studia le trasformazioni del
linguaggio letterario lungo un percorso che muove dalla scrittura trasparente
dei classici, passa per quella sempre piú torbida del XIX secolo sino a giungere
alla scrittura d'oggi, priva di qualsiasi segno. Ed è appunto questa scrittura
neutra, quella bianca di Camus e di Blanchot o quella parlata di Queneau, a
essere definita “grado zero della scrittura”
- 1957 “Miti d’oggi” una serie di
analisi semiologiche di oggetti e forme culturali divenuti miti. Sguardo sulle
retoriche dei mass media e sulle immagini dei rotocalchi. La fotografica diviene
figura retorica.
- 1966 “Critica e verità” mostra crisi dello strutturalismo. La critica
non potrebbe pretendere di spiegare il proprio oggetto ma solo di aggiungersi ad
esso.
-1970 “S/Z” si tratta di un commento che segue il racconto Sarrasine di
Balzac a partire dalla constatazione che Balzac sostituisce la z con la s.
Barthes mette in opposizione le due lettere e dà all’opposizione un senso
psicoanalitico; tra l’altro s e z stanno in rapporto di inversione grafica: è la
stessa lettera vista dall’altra parte dello specchio. Sviluppo imprevisto delle
teorie strutturaliste che rimetteva in gioco il ruolo del lettore e poneva in
primo piano non il significato unico del testo ma la sua significanza
indeterminabile fino in fondo.
- 1973 “Il piacere del testo” viene rivendicato il rapporto erotico tra lettore
e testo attraverso il linguaggio
Gerard Genette (1930) [Strutturalismo]
à
Ha mostrato come la retorica abbia progressivamente ristretto il proprio campo
d’azione, trasformandosi da globale teoria del discorso, inteso nella sua
duplice funzione persuasiva e di ornamento, a sola teoria dell’elocutio,
identificata con pochi tropi privilegiati ridotti infine all’opposizione fra
metafora e metonimia. Ha provveduto a contrastare l’illusione che il testo
letterario potesse essere considerato come oggetto chiuso e a sé stante ed ha
puntato sul rapporto del testo con altri testi (ipertestualità) fornendo una
tipologia di questi possibili rapporti che risulta particolarmente utile nel
caso della parodia.
- 1972 nel saggio “Metonimia in Proust” è stato illustrato il caso della
metafora orientata in modo metonimico. Topos campanile-camaleonte: la prossimità
regge la somiglianza. La metafora trova sostegno nella metonimia.
- 1972 Il “Discorso del racconto” sistematizza l’analisi degli aspetti e
dei modi della narrazione uscendo della mera sequenza delle vicende. Vi sono
problemi che lo studio dell’intreccio non tocca come ad esempio quello
dell’enunciazione (chi racconta). Rientrano nel campo di indagine le
deformazioni del tempo narrativo.
Ipotizzava un testo di partenza (ipotesto) ed un testo di arrivo (ipertesto) ed
riguardo il problema sul versante formale, in base alla relazione tra i due
(trasformazione o imitazione) e della funzione (polemica o no), Genette ha
distinto le varie tecniche del rifacimento: parodia vera e propria,
travestimento, pastiche, caricatura, trasposizione e continuazioni e imitazioni
serie. Genette si mostrava consapevole del fatto che un testo derivasse da un
altro testo e che da uno scrittore ne discendesse un altro.
+Paul de Man (1919-1983) [Decostruz]
à
Vede la letteratura come forma retorica cioè dal doppio livello del senso:
figurale e letterale. Il doppiosenso è un conflitto dove non si sa chi prevale.
Un esempio di questa indecidibilità è l’interpretazione del verso di Yeats
“com’è possibile distinguere chi danza dalla danza?” La critica vi legge una
domanda retorica che afferma l’indissolubilità di colei che danza dal movimento
del danzare. De Man dice che non si può escludere una lettura che prenda alla
lettera la domanda. C’è in questa tendenza critica uno scetticismo di fondo che
conduce a dubitare che l’interpretazione possa mai raggiungere la verità. La
tradizione è un susseguirsi di falsificazioni. In garanzia del doppio livello il
testo letterario contiene già movimenti decostruttivi che il critico è chiamato
a ripercorrere.
Harold Bloom (1930) [Decostruzionismo]
à
Prevale in lui la misinterpretazione che presuppone il fraintendimento
volontario del testo da comprendere (vs metainterpretazione: tendenza del
critico a procedere dall’opera verso la ricostruzione culturale che il critico
stesso propone). Ebreo, studia a New York e critico della lettura romantica
inglese. Polemico e dissacrante, eccesso e antiaccademismo (vs Eliot e New
Critics). Vicinanza con Frye. Secondo Bloom la Bibbia in molte parti è stata
scritta da una donna. La posizione del critico è come quella del poeta: entrambi
sono sottoposti al peso degli scrittori del passato. L’interpretazione ha
funzione di difesa e non può che fraintendere.
- 1973 “L’angoscia dell’influenza” è una tetralogia revisionistica.
Sostiene che la tradizione letteraria si fonda su un agone per la supremazia.
Ogni successore per nn essere sopraffatto dai predecessori deve sottoporli alla
misinterpretazione. Agonismo autorale è stato visto come una forma di
decostruzionismo.
- 1994 “Canone occidentale” esaltazione dei classici. Al centro Shakesp
inventore dell’umano. Solo altri 25 poeti. I grandi autori costituiscono una
Bibbia laica. Il protag non è l’opera ma l’autore (genio). Il critico deve
capire quanto l’opera abbia influito sull’autore. L’arte è talmente importante
da prevalere sulla vita.
Gruppo m
à
Studiosi belgi dell’univ di Liegi. Hanno riclassificato, nei termini della
semantica strutturale, l’antico bagaglio della retorica. Un’operazione retorica
si verifica ogni volta che c’è uno scarto dal grado zero del linguaggio e si
hanno 4 forme di deviazione: soppressione, aggiunzione, soppressione-aggiunzione
e permutazione. Questi meccanismi vengono verificati su tutti i livelli del
linguaggio. Il gruppo (nome dalla metafora) restituisce alla retorica parte
della sua originale estensione progettando una teoria della figura che permetta
di articolare le proliferanti tassonomie ereditate dalla tradiz retorica secondo
i criteri della semiotica strutturale. In questo quadro la metafora perde
centralità,cessa di essere considerata il tropo per antonomasia.
- 1977 “Retorica della poesia” le metafore e le altre figure producono
“semi” che formano catene di “isotopie” mentre il linguaggio normalmente si basa
su una sola isotopia (riconoscimento di livelli testuali equivalenti) la poesia
è dotata di poli-isotopia. Tali reti semantiche possono essere ricondotte a 3
ambiti o categorie: l’uomo (anthropos) , il cosmo (cosmos) ed il linguaggio
(logos). La visione poetica, visto che unisce con la propria tessitura queste
classi, assurge al ruolo di mediazione.
by Nimhet